Piani di monitoraggi ambientali
RSAmbiente è in grado di effettuare l’esecuzione di piani monitoraggio ambientale in modo da consentire la valutazione dell’effettivo impatto di un’opera sulle diverse componenti ambientali, come l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna e la flora.
Gli esperti, sulla base dei dati raccolti durante le analisi in campo e delle caratteristiche del progetto, saranno in grado di stimare gli impatti previsti, che devono essere costantemente tenuti sotto controllo e monitorati durante tutte le diverse fasi che si distinguono in base al momento in cui vengono effettuate. In particolare, prima dell’avvio dei lavori, durante i lavori e dopo che l’opera è entrata in esercizio.
Il monitoraggio ambientale rappresenta uno strumento essenziale per la tutela dell’ambiente e consente di verificare se le misure di mitigazione degli impatti previsti sono state efficaci e se l’opera realizzata rispetta le normative ambientali.
La scelta relativa alle componenti ambientali da monitorare, in quanto significative per caratterizzare la qualità dell’ambiente in cui l’opera si colloca, sarà effettuata tenendo conto, sia delle indicazioni contenute nello Studio di Impatto Ambientale, che del contesto territoriale circostante.
MONITORAGGIO AMBIENTE IDRICO SUPERFICIALE
Il monitoraggio delle acque superficiali ha lo scopo di esaminare le eventuali variazioni che intervengono sui corpi idrici, in tutti i loro aspetti, risalendone alle cause. Ciò per determinare se tali variazioni sono imputabili alla realizzazione dell’opera e per ricercare i correttivi che meglio possono ricondurre gli effetti rilevati a dimensioni compatibili con l’ambiente idrico preesistente.
Gli impatti prevedibili a spese dell’ambiente idrico superficiale possono essere sia un inquinamento delle acque che un impoverimento della risorsa idrica che determinano la necessità di effettuare monitoraggi quantitativi e qualitativi:
- Misure di portata effettuate a mezzo di mulinelli e micromulinelli, utilizzabili sia per le misure a guado sia per misure con verricello manovrato da ponte.
- Campionamento e analisi chimico-fisiche.
- Misura parametri speditivi (temperatura, Conducibilità elettrica, pH e Ossigeno disciolto).
- Classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali sono presi in considerazione i seguenti descrittori:
STAR_ICMi: fornisce una valutazione sullo stato degli ecosistemi fluviali tramite le “caratteristiche” della popolazione di macroinvertebrati bentonici. I taxa considerati nella classificazione presentano diversi gradi di sensibilità all’inquinamento chimico ed alla carenza di ossigeno. |
IMBR: si basa sull’analisi della comunità delle macrofite acquatiche per valutare lo stato trofico dei corsi d’acqua. |
I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale): consente il rilievo dello stato complessivo dell’ambiente fluviale e la valutazione della sua funzionalità, intesa come risultato della sinergia e dell’integrazione di un’importante serie di fattori biotici ed abiotici presenti nell’ecosistema acquatico e in quello terrestre ad esso collegato. |
ITTIOFAUNA: L’analisi delle comunità ittiche dovrebbe fornire un contributo importante nel definire lo stato dei fiumi. Le comunità ittiche subiscono modificazioni, talora eclatanti, in conseguenza dell’alterazione degli ambienti acquatici e ciò dovrebbe riflettersi in un “valore” di qualità ambientale basso |
MONITORAGGIO AMBIENTE IDRICO SOTTERRANEO
Il programma di monitoraggio dell’ambiente idrico sotterraneo ha lo scopo di controllare l’impatto della costruzione delle opere sul sistema idrogeologico, al fine di prevenire alterazioni di tipo quanti-qualitativo delle acque.
Le misure saranno effettuate in corrispondenza di punti d’acqua esistenti (pozzi) o di piezometri appositamente realizzati.
Gli impatti previsti riguardano principalmente la possibile variazione del livello piezometrico nei depositi litoidi oggetto di scavo e la potenziale diffusione in falda di sostanze inquinanti a seguito delle attività di costruzione delle opere d’arte o di eventi accidentali nelle aree di cantiere.
L’uso di piezometri consente di ricostruire la superficie piezometrica della falda, ossia la superficie lungo la quale la pressione dell’acqua è pari a quella atmosferica. In pratica, la superficie piezometrica viene ricostruita interpolando le misure effettuate in più piezometri presenti nell’area investigata. La ricostruzione della superficie piezometrica consente di definire la pendenza, detta gradiente idraulico, e la direzione del flusso di falda.
L’installazione di un piezometro ci consentirà di misurare la profondità della falda rispetto al piano di calpestio, di misurare alcuni parametri chimico-fisici dell’acqua di falda e di prelevare campioni di tale acqua, di immettere in falda sostanze traccianti o reagenti.
Misure freatimetriche: misura della soggiacenza della falda cioè la profondità della sua superficie rispetto alla superficie topografica. La misura della soggiacenza va effettuata prima di ogni altra operazione per evitare di alterare il livello dell’acqua nel piezometro, in particolare prima di quelle operazioni (spurgo e campionamento) che richiedono la rimozione di acqua.
La misura della soggiacenza si effettua per mezzo del freatimetro. Il freatimetro è uno strumento costituito da una sonda di lettura alimentata a batteria che viene calata all’interno del piezometro per mezzo di un cavo millimetrato o centimetrato. Il circuito elettrico si chiude nel momento in cui la sonda viene a contatto con la superficie dell’acqua. Un suono, spesso abbinato all’accensione di un led, avverte dell’avvenuto contatto con l’acqua e che si può procedere con la lettura della profondità.
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